IL SITO ARCHEOLOGICO NEOLITICO DI "PELONGA" - ALATRI (FR)

IL SITO ARCHEOLOGICO NEOLITICO DI "PELONGA" - ALATRI (FR)

IL SITO ARCHEOLOGICO NEOLITICO DI “PELONGA” - ALATRI (FR)

Il Prof. Gino Maiello, ad integrazione e dimostrazione di quanto riportato nell'articolo precedente “LA QUESTIONE PELASGICA”, ci ha fatto pervenire un nuovo lavoro, corredato di molte interessanti foto. Siamo molto onorati di essere i primi in assoluto, sia a livello nazionale che internazionale, a renderlo pubblico e certi che riceverà la debita considerazione da parte di tutti i visitatori del sito.

 

"Il sito archeologico “PELONGA” è di epoca neolitica e questo si deduce dalla presenza di tumuli, di strutture abitative e dal rinvenimento, in superficie, di molti manufatti in calcare locale levigato.

I tumuli sono tanti e disseminati sull'intera collina di Monte Capraro, lungo il versante sud che si affaccia sulla piana di Tecchiena. Si sono conservati a lungo nel tempo, perché considerati cumuli di sassi e anche perché esternamente non lasciano comprendere la loro esatta funzione, essendo interamente chiusi. Ad oggi solo uno di essi è stato aperto, mostrando la vera struttura costruttiva: nella parte interna nasconde una camera profonda un paio di metri, alta intorno al metro e cinquanta. Bisogna, però, ricordare che ogni tumulo ha una forma propria: alcuni hanno l'aspetto di barca rovesciata, altri presentano una forma rettangolare, pochi hanno una struttura verticale, a forno, e forse racchiudono un corpo di bimbo (in calce delle foto con gli esempi dei tre tipi). Sono tutti fabbricati con pietre di media grandezza unite a secco, a volte poggiati su base naturale rocciosa o su pietre più grandi di tipo poligonale. Caratteristica l'entrata, che richiama la struttura delle porte di ALATRI con l'architrave poggiato su stipiti, e che è rivolta verso sud.

Molto importante è ricordare che, nella parte più alta del sito neolitico di Pelonga, c'è la presenza di bellissime mura poligonali (vedere immagine a fianco), che creano un nesso molto stretto con l'altra Alatri non solo dal punto di vista della tecnica costruttiva, ma soprattutto del rapporto temporale.

 

 

 

 

Nel sito di Pelonga sono presenti, inoltre, delle strutture abitative rappresentate da fondi di capanna, in particolare nella parte bassa del Colle Capraro. Anch'esse con basamenti a secco alti intorno al metro.

La cosa straordinaria è che alcuni di questi basamenti sorreggono, ancora oggi, tetti a capanna costruiti con elementi vegetali (pali, rami, canne ed erbe). Per cui possiamo ammirare delle capanne che, grazie ad una abilità tramandata da padre in figlio, ci fanno rivivere scene del lontano neolitico (vedi immagine a fianco).

Queste strutture sono utilizzate come ripari dai pastori locali o adibite a deposito di materiali svariati soprattutto necessari alla coltivazione degli ulivi, unica attività possibile, oggi, nel sito.

Qualche capanna presenta nel retro un tetto absidato, corrispondente ad una parte rialzata della camera che fungeva da magazzino, esattamente come ritroviamo nell'area centro-adriatica del villaggio del neolitico medio di Catignano.

 

I manufatti (vicino al titolo l'immagine di una “lama di giavellotto” e nelle foto in calce altri esemplari) sono in calcare locale levigato e sono stati trovati tutti in superficie."

                                                                                                                                                                                                 

                                                                      Prof. Gino Maiello                                                                                                                                     

 

                                                                                                                                                                      

ANNOTAZIONI e OSSERVAZIONI

IL NEOLITICO

Il neolitico, parola derivante dal greco νέος (nèos, "nuovo") e λίθος (lithos, "pietra"), è un periodo della preistoria che in Europa, secondo molti studiosi, può essere datato tra il VI ed il IV millennio a.C.. È caratterizzato da innovazioni riguardanti la “litotecnica” (realizzazione di manufatti in pietra sempre più adatti, tramite la levigatura, alla caccia e al lavoro) e dall'introduzione sistematica dell'allevamento, dell'agricoltura e della ceramica.

VILLAGGIO NEOLITICO DI CATIGNANO

Nel Comune di Catignano (PE) scavi, condotti ormai da circa quarant'anni, hanno riportato alla luce un sito archeologico di notevole importanza, denominato “Villaggio neolitico della Cultura di Catignano”. Tra i reperti figurano resti di alcune capanne formanti un villaggio, utensili utili per la caccia ed il lavoro, sepolture con resti umani. Gli studiosi ritengono che si tratti di un insediamento umano risalente al 4.000 a.C..

MURA “ROMANE” E NECROPOLI “NEOLITICA”?

La tenacia del Prof. Maiello, nel cercare di dare una risposta ai misteri archeologici di ALATRI, è degna di grande ammirazione da parte di tutti coloro ( siano del “partito romano” o del “partito preromano”) i quali dovrebbero avere a cuore la nostra bellissima città. Maiello cerca, e ci sta riuscendo, di risvegliare l'interesse dei cittadini, dei curiosi, degli studiosi e delle varie Autorità competenti. La particolarità del sito di Pelonga (non viene a tutti la curiosità di sapere a cosa servissero in quella località le bellissime mura poligonali mostrate in foto?) dovrebbe incuriosire e smuovere la Sopraintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, il Dipartimento di Scienze Archeologiche di qualche Università italiana, fondazioni e filantropi e dare nuovo slancio all'Archeoclub di Alatri.

La lettera aperta ad alcuni giornali, in cui il Prof. Maiello fa riferimento ad “Alatri, città che ha delle belle mura poligonali e un'acropoli unica al mondo e che,secondo gli archeologi, è stata fondata intorno al terzo, al massimo quarto secolo a.C.. L'anno scorso, però, è stato accertato, grazie alla scoperta di molti tumuli (la tanto agognata e cercata necropoli di Alatri!), di fondi di capanna e di tanti manufatti in calcare levigato, che il sito archeologico in località Pelonga non è di epoca romana, ma neolitica. Allora come sbrogliare la matassa? La città è romana, ma i morti sono del neolitico? Archeologi emeriti, sciogliete i nodi!”.

Questo Circolo si unisce alla richiesta del Prof. Maiello, spera di raggiungere, con il proprio piccolo sito internet, qualcuno che possa o debba “muoversi”, perché tra i tanti dubbi e misteri che circondano la nostra esistenza una cosa è certa: qualsiasi nuova scoperta, in campo scientifico, medico, archeologico e culturale è un enorme passo avanti per tutta l'umanità!.

 

Il testo dell'articolo e le foto sono © dell'Autore, che li ha gentilmente concessi a questo Circolo per fini culturali e divulgativi.

 

 

 

PELONGA - Dolmen con allineamento di lastre.
Tomba nel muro minore di Pelonga,
Una delle cavità esterne di un "edificio sacro",
Tumulo a forma di "barca rovesciata".
Tumulo a forma rettangolare.
Tumulo verticale "a forno".
Interno della capanna con "abside rialzata".
Frammento di lama di accetta.
"Cuspidi, raschiatoi, punte, bulini, fenditore, lame, giavellotto".